Il fumo disegna piccole volute bianche nell'oscurità. Il cielo è un tappeto di nuvole che riflette l'inquinamento luminoso, rubando l'integrità della notte. Non c'è poesia in questo cielo, tranne, forse, una strana specie di poesia disperata. Forse sono io, stordita dal fumo, che vedo una nota di disperazione negli scampoli di vita ancora in movimento, ritagliati dalle finestre. Le luci intermittenti degli alberi di Natale, visibili anche attraverso le tende, e le decorazioni in strada, come sorrisi spalancati su una discarica, mi sembrano solo evidenziare l'inutilità di tutta questa messa in scena, organizzata non si sa bene per chi. In questo momento di solitudine perfetta, in cui il silenzio è una dimensione diversa, quasi religiosa, perché l'unico vero silenzio è quello delle profondità notturne, quando anche le automobili hanno timore di essere troppo aggressive, i miei pensieri tracciano linee definite nell'aria. Li leggo senza muovere le labbra, suggestionata dalla potenza di questo silenzio perfetto. Solo il sibilo lieve della brace della sigaretta lo intacca appena, ma mi tiene compagnia.
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